La Candidiasi vulvovaginale

La Candidiasi vulvovaginale è un disordine caratterizzato da un processo infiammatorio legato all’azione di un agente micotico appartenente alla famiglia della Candida.

Le specie appartenenti alla Candida possono essere identificate nel basso tratto genitale nel 10-20% delle donne in età fertile, 6-7% delle donne in epoca menopausale e 3-6% di ragazze in età prepuberale. In tal senso il riscontro occasionale di una Candida (mediante tampone vaginale effettuato per altra causa), non implica necessariamente il dover intervenire farmacologicamente. Si interverrà, infatti, solo in presenza di un processo infiammatorio in atto.

La prevalenza di candidiasi vulvovaginale è molto alta nelle donne in età fertile: il 55% delle donne appartenenti a questa fase della vita ne sperimentano almeno un episodio a partire dai 25 anni, il 29-49% in epoca premenopausale e il 9% riportano di aver avuto almeno 4 episodi in un anno (si parla di candidiasi ricorrente)

Nella maggioranza dei casi responsabile della vulvo vaginite da Candida è il ceppo della Candida albicans (80-92%). Nella restante percentuale risulta invece coinvolto principalmente la Candida glabrata..

La Candida aggredisce la vagina migrando dal retto attraverso l’area perianale; meno frequentemente la trasmissione risulta essere per via sessuale o a partenza da un infezione vaginale recidivante.

Fattori di rischio che predispongono all’infezione sintomatica sono:

  • Diabete mellito
  • Utilizzo di antibiotici
  • Aumentati livelli di estrogeni— uso di contraccettivi orali (soprattutto quando la dose di estrogeni è elevata), gravidanza e terapia estrogenica.
  • Immunosoppressione— coloro che effettuano terapie immunosuppressive o con infezione da HIV.
  • Dispositivi contraccettivi
  • Trasmissione sessuale.— la Candidiasi vulvaginale non è da considerare una tipica malattia sessualmente trasmessa in quanto riscontrabile anche in donne virgo e poichè tale batterio risulta parte della norma flora vaginale. Questo non significa che la trasmissione sessuale della Candida non si verifichi o che la candidiasi vulvovaginale non si associ con attività sessuale. Infatti, un aumentata frequenza di candidiasi vulvovaginale è stata riscontrata nelle giovani donne che iniziano ad aver rapporti sessuali

Il prurito vulvare è il principale segno di candidiasi vulvovaginale. Altri segni sono il bruciore, l’irritazione, i disturbi urinari o il dolore ai rapporti sessuali. I sintomi appaiono spesso peggiorare nella settimana che precede la mestruazione.

Alla visita ginecologica si riscontrano spesso perdite biancastre, a grumi, con poco o nessun cattivo odore. Spesso però le perdite possono anche essere atipiche, non distinguibili da altre tipologie di vaginiti.

 

La terapia ha il compito di risolvere la sintomatologia. Infatti, il 10-20% di donne in età fertile che presentano Candida, ma sono asintomatiche,non devono essere trattate.

Il trattamento farmacologico va riservato, infatti, ai casi di donne con infezione non complicata (90 % delle pazienti) o complicata (10% delle pazienti)

Le infezioni non complicate di solito rispondono al trattamento in un paio di giorni. Le infezioni complicate richiedono un decorso più lungo con una durata terapeutica di almeno un paio di settimane.